PROCREAZIONE MEDICA ASSISTITA

PROCREAZIONE MEDICA ASSISTITA

MedicArt è un centro medico specializzato nella diagnosi e cura della sterilità maschile e femminile e nelle tecniche di fecondazione assistita

Clinica di Procreazione Assistita


MedicArt è un centro medico specializzato nella diagnosi e cura della sterilità maschile e femminile e nelle tecniche di fecondazione assistita. Avere un bambino, infatti, è un diritto, anche se molte coppie lo considerano soltanto un sogno.

MedicArt, grazie ad un’équipe di specialisti che garantisce un’ampia gamma di servizi d’eccellenza, vi accompagnerà passo dopo passo lungo la strada migliore, scelta assieme a voi, per avere un figlio.

MedicArt è uno dei 359 centri di Procreazione Medica Assistita presenti in Italia, e uno dei 198 centri autorizzati all'effettuazione di tecniche di fecondazione in vitro. (fonte: Istituto Superiore di Sanità, Registro di Procreazione Medica Assistita alla data del 11/5/17).

La PMA, o Procreazione Medicalmente Assistita, comprende l’insieme delle metodiche che mirano a trovare un rimedio a una patologia diffusa come l’infertilità

PMA


La PMA, o Procreazione Medicalmente Assistita, comprende l’insieme delle metodiche che mirano a trovare un rimedio a una patologia diffusa come l’infertilità.

Disciplina ormai affermata (la prima bambina ad essere stata concepita con l’aiuto della procreazione assistita è nata nel 1978), e sempre più sicura e diffusa, la PMA, grazie alle sue elevate percentuali di successo, è diventata per molte coppie una soluzione estremamente efficace ai problemi di fertilità, portando al concepimento di un numero sempre crescente di bambini in tutto il mondo.

La fecondazione assistita si suddivide in due grandi aree: la fecondazione omologa, che avviene facendo ricorso agli ovuli e agli spermatozoi della coppia, e quella eterologa, che utilizza i gameti, maschili o femminili, di un donatore esterno alla coppia.

La percentuale di successo della tecnica FIVET-ICSI mediante utilizzo di ovociti congelati provenienti da banche di gameti riportata in letteratura si aggira intorno al 50%-60%.


 

Prima visita


La coppia si confronta con un medico specializzato per ricostruire la storia clinica dell’uomo e della donna, chiarendo dubbi e incertezze.

In questa fase il medico illustra le procedure, le percentuali di successo, gli eventuali rischi, i dettagli del percorso proposto alla coppia.

Per formulare la diagnosi, è probabile che il medico in questa fase possa richiedere alcune analisi preliminari, dopo le quali decidere assieme alla coppia il trattamento più adatto.

Durante la prima visita il medico illustra le procedure, le percentuali di successo, gli eventuali rischi

Induzione all’ovulazione


Questa fase rappresenta il primo passo del percorso terapeutico per la maggior parte dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita.

Essa prevede la somministrazione di ormoni per sollecitare la crescita dei follicoli, quindi la produzione di un numero adeguato di ovociti, e l’ovulazione da parte della paziente.

Naturalmente, la modalità di somministrazione può variare in funzione del trattamento al quale ci si sottopone e della risposta della paziente e va pertanto monitorata attentamente tramite ripetuti controlli ecografici.

Induzione all’ovulazione mediante la somministrazione di ormoni per sollecitare la crescita dei follicoli

IUI – Inseminazione Intrauterina


La IUI, inseminazione intrauterina, è una delle tecniche ‘base’ della procreazione assistita: appartiene alla categoria delle tecniche di I° livello , è poco invasiva, e normalmente la si effettua nei casi di cosiddetta infertilità inspiegata, ovvero quando la difficoltà di ottenere una gravidanza non è riconducibile a fattori precisi perché tutti i parametri risultano apparentemente nella norma.

Può prevedere una fase preliminare in cui si procede alla stimolazione ormonale per favorire l’ovulazione; si monitora tramite dosaggi ormonali e controlli ecografici l’andamento della follicolo genesi. Quando si arriva al momento dell’ovulazione, al partner viene richiesta la produzione di un campione di liquido seminale: questo, dopo opportuno trattamento e capacitazione, per renderlo più ‘adatto’ a fecondare l’ovocita, viene trasferito nella cavità uterina tramite un catetere.

La IUI, inseminazione intrauterina, è una delle tecniche base della procreazione assistita ed è poco invasiva

FIVET – Fecondazione in Vitro e Transfer Embrionale


La FIVET, la tecnica di fecondazione in vitro per antonomasia, è uno dei trattamenti più diffusi per il superamento di diverse “disfunzioni” riproduttive, sia maschili sia femminili.

Si tratta di una tecnica di laboratorio che consente l’incontro, in vitro, tra i gameti femminili – ottenuti mediante aspirazione transvaginale del liquido follicolare – e quelli maschili, ottenuti in seguito alla preparazione – trattamento e capacitazione – del campione di liquido seminale.

Gli embrioni ottenuti a seguito della fecondazione ovocitaria vengono trasferiti nella cavità uterina dopo 2 o 3 giorni dal prelievo dei gameti femminili e dalla loro inseminazione; in alcuni casi, si sceglie di proseguire la coltura dell’embrione, fino a raggiungere lo stadio di blastocisti: in questo caso il transfer avviene attorno alla 5° giornata dal momento dell’incontro tra seme e ovocita.

Le probabilità di ottenere una gravidanza dipendono naturalmente da diversi fattori; in ogni caso è necessario attendere circa due settimane dal momento del transfer per poter dosare le B-Hcg e verificare se la gravidanza è partita.

ICSI – Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi


L’ICSI, una sigla che sta per iniezione intracitoplasmatica degli spermatozoi, è una tecnica di fecondazione assistita molto simile alla FIVET. Anche in questo caso il contatto tra gameti maschili e gameti femminili , infatti, avviene in vitro ma, mentre nella FIVET ovociti e spermatozoi vengono semplicemente messi a contatto, con la ICSI il singolo spermatozoo viene micro iniettato tramite una ‘cannula’ direttamente all’interno dell’ovocita.

Vi si ricorre quando le caratteristiche del seme non sono compatibili con la FIVET, perché numericamente insufficienti, poco o per nulla mobili (dispermia: spermatozoi poco numerosi o poco mobili), o a seguito di un fallito trattamento FIVET.

Messa a punto nella prima metà degli anni 90, l’iniezione intracitoplasmatica degli spermatozoi ha fornito la possibilità di superare molti dei problemi di infertilità maschile, proprio perché garantisce un ulteriore aiuto alla fecondazione.

L'ICSI, iniezione intracitoplasmatica degli spermatozoi, è una tecnica di fecondazione assistita molto simile alla FIVET

IMSI


L’IMSI, in italiano chiamata anche iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi morfologicamente selezionati, è una tecnica di fecondazione assistita molto recente, vicina e, diciamo, complementare alla ICSI.

Come nella ICSI, infatti, l’inseminazione avviene in vitro, iniettando spermatozoi all’interno dell’ovocita: la differenza è che il trattamento IMSI offre la possibilità di selezionare morfologicamente gli spermatozoi da micro-iniettare, tenendo conto di criteri morfologici rilevabili solo mediante osservazione effettuata con strumenti che permettono ingrandimenti molto superiori a quelli normalmente utilizzati per la ICSI.

Alcuni studi affermano un legame tra la presenza di alcune anomalie morfologiche a livello cellulare e la qualità del seme nel suo complesso e con la capacità degli spermatozoi di fecondare. Anomalie morfologiche degli spermatozoi potrebbero anche avere effetti sulla costituzione genetica dell’embrione e potrebbero portare ad interruzioni spontanea della gravidanza avviatasi.

Nella ICSI si utilizzano ingrandimenti microscopici di 400X: questo consente di distinguere molte delle anomalie morfologiche degli spermatozoi.
Nella IMSI si arriva ad ingrandimenti fino a 6000X, che permettono di individuare anomalie della testa dello spermatozoo come i vacuoli, che si ipotizza siano legati a possibili presenze di DNA danneggiato, che influirebbero negativamente sia sullo sviluppo sia sull’impianto dell’embrione.

L’IMSI è una tecnica complessa, che utilizza strumenti e personale con specifica competenza: questo la rende applicabile solo in presenza di specifiche indicazioni, ad esempio in casi nei quali si siano avuti precedenti trattamenti in cui si sia osservata un’alta percentuale di embrioni anomali (in assenza di apparenti anomalie dell’ovocita) e con coppie con alle spalle fallimenti ripetuti di cicli ICSI.

PESA


La mancata gravidanza può essere ricondotta talvolta all’assenza di spermatozoi nel liquido seminale maschile (azoospermia), assenza di spermatozoi maturi o ostruzione delle vie seminali. Una delle modalità con cui si tenta di ovviare a questo problema è attraverso la PESA, ossia il prelievo, tramite un ago aspirante, degli spermatozoi effettuato nell’epididimo, il dotto – connesso al testicolo – al cui interno gli spermatozoi si depositano e sviluppano la loro motilità.

Successivamente, si eseguirà una ICSI con gli spermatozoi ottenuti. Il prelievo può essere eseguito il giorno stesso del prelievo ovocitario, oppure prima che prenda avvio il ciclo di stimolazione, per evitare di sottoporla inutilmente al trattamento. In questo caso, si procederà alla crioconservazione degli spermatozoi ottenuti.

Purtroppo, non sempre è possibile reperire spermatozoi maturi, nonostante l’opportunità rappresentata da queste tecniche e in caso di recupero di un numero molto contenuto di spermatozoi è anche possibile che al momento dello scongelamento di quanto prelevato non si reperiscano spermatozoi idonei all’utilizzo in una ICSI.

PESA ovvero il prelievo, tramite un ago aspirante, degli spermatozoi effettuato nell’epididimo

TESA


Nel caso di assenza di spermatozoi nel liquido seminale maschile una tecnica possibile per recuperare gameti maschili è l’aspirazione di spermatozoi tramite un ago aspirante che attraversa la cute del testicolo.

Successivamente, si eseguirà una ICSI con gli spermatozoi ottenuti.

TESA ovvero l’aspirazione di spermatozoi tramite un ago aspirante che attraversa la cute del testicolo

TESE


Sempre in caso di assenza di spermatozoi nel liquido seminale maschile, e laddove non sia possibile l’aspirazione degli spermatozoi dal testicolo o dall’epididimo, si procede con la tecnica TESE, che prevede l’esecuzione di piccole biopsie testicolari.

MicroTESE (testicular sperm estraction): gli spermatozoi vengono prelevati dai testicoli, tramite una biopsia chirurgica o microchirurgica.

Successivamente, si eseguirà una ICSI con gli spermatozoi ottenuti.

La tecnica TESE prevede l’esecuzione di piccole biopsie testicolari

Crioconservazione


La crioconservazione è una tecnica, normalmente finalizzata a un trattamento di PMA, che prevede la conservazione a temperature estremamente basse delle cellule sessuali (spermatozoi e ovociti) e degli embrioni, al fine di mantenerne più a lungo la loro vitalità “bloccando” il loro potenziale di fertilità, per poterli utilizzare in un momento successivo.

Se ne parla sempre più spesso anche in relazione al cosiddetto social freezing e come strumento di possibile preservazione della fertilità in caso di terapie oncologiche.

Oggi, nella maggior parte dei casi si segue il protocollo della vitrificazione sia in fase di congelamento sia per lo scongelamento, mentre in passato si faceva riferimento al protocollo definito del ‘congelamento lento’.

La Crioconservazione è la conservazione a temperature estremamente basse delle cellule sessuali (spermatozoi e ovociti) e degli embrioni

Diagnosi genetica pre-impianto


Grazie all’evoluzione della ricerca scientifica è oggi possibile effettuare il cosiddetto Test Genetico Pre Impianto (PGT) o Diagnosi Genetica Preimpianto: la tecnica consiste nella possibilità di identificare la presenza di alterazioni cromosomiche o la presenza di malattie genetiche ereditarie nell’embrione quando esso si trova ancora nella fase di sviluppo.

L’obiettivo è quello di contribuire ad esempio a diminuire il tasso di aborto: la natura è intelligente e non permette o quanto meno non favorisce l’impianto di embrioni con difetti cromosomici. Pertanto, identificarli prima del loro trasferimento in utero diminuisce la probabilità di transfer inutili, che non porterebbero ad una gravidanza ma solo ad una vana attesa di ‘beta positive’. Inoltre, in questo modo si contribuisce a diminuire il cosiddetto time to pregnancy, cioè il tempo che intercorre tra il momento in cui si avvia la ricerca di un figlio e quello nel quale si ottiene la gravidanza: se la diagnosi preimpianto dà come esito l’indicazione di non trasferire quegli embrioni, si può dare il via ad un nuovo percorso.

Si incrementano parallelamente anche le probabilità di impianto dell’embrione, quando si può trasferire un embrione privo di anomalie cromosomiche: grazie alla crioconservazione degli embrioni, che consente di analizzarli e successivamente di effettuare il transfer, che avverrà solo nel caso di assenza di anomalie.

Infine, una delle possibilità offerte dalla tecnica è quella di ridurre l’occorrenza di gravidanze gemellari e plurime: il tasso di impianto maggiore degli embrioni analizzati e trasferiti permette di procedere ad un single embryo transfer, riducendo il rischio di dare avvio a gravidanze gemellari e il connesso rischio materno e fetale.

Fecondazione eterologa


Le tecniche di fecondazione assistita vengono spesso suddivisi in due macro categorie: trattamenti omologhi e trattamenti di tipo eterologo. La cosiddetta “eterologa” è una tipologia di trattamenti nei quali vengono impiegati i gameti (spermatozoi, ovociti o entrambi) di un soggetto esterno alla coppia, che li dona alla coppia.

Possono essere effettuate le stesse tecniche sia con gameti della coppia sia con gameti donati, per cui esiste la possibilità di effettuare inseminazioni o FIVET con seme donato o ICSI con ovociti donati. Si tratta di una strada che è tornata ad essere percorribile per le coppie italiane dal giugno del 2014, quando la Consulta ha dichiarato incostituzionale una parte della Legge 40/04, la legge di riferimento per i trattamenti di Procreazione Assistita in Italia. 

Dal 2014, quindi, in collaborazione con i centri 9.baby abbiamo avviato le procedure che ci consentono di offrire ai nostri pazienti anche questa opzione terapeutica, strada necessaria per coppie nelle quali uno dei due partner è sterile: in questi casi è possibile arrivare a una gravidanza attraverso l’utilizzo di un gamete – un ovocita o uno spermatozoo – di una terza persona, cioè il donatore.

E’ una conquista molto importante anche dal punto di vista delle possibilità reali di ottenere la gravidanza: la fecondazione eterologa vanta infatti percentuali di successo superiori a quella omologa (la fecondazione assistita in cui si utilizzano i gameti appartenenti ai due partner). Ciò accade anche perchè facendo ricorso agli ovuli di una donatrice si supera anche l’ostacolo dell’età della futura mamma, che di norma è uno dei problemi principali da affrontare, vista la drastica diminuzione della fertilità femminile dopo i 37 anni.

Si può accedere ai gameti esterni tramite banche del seme e ovociti donati. Le linee guida italiane per la fecondazione eterologa stabiliscono severi e stringenti criteri in base ai quali selezionare i donatori e le donatrici, che vengono sottoposti a valutazione clinica e psicologica e ad indagini diagnostiche preliminari alla donazione, al termine delle quali sono dichiarati e certificati idonei alla donazione.

Secondo i regolamenti vigenti in Italia e validi per tutti i gameti utilizzati nei centri di Procreazione Medicalmente Assistita presenti sul territorio nazionale, la donazione di gameti è consentita ai soggetti di sesso maschile di età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 40 anni, e ai soggetti di sesso femminile di età non inferiore ai 20 anni e non superiore ai 35 anni.


PERCORSO TERAPEUTICO

Le coppie che si rivolgono a noi vengono seguiti da un’équipe di medici in grado di suggerire una strategia di interventi mirati ed efficaci. L’organizzazione del centro prevede che ogni paziente venga seguito da più medic. Ogni paziente, comunque, potrà scegliere un medico di riferimento (tutor) che seguirà da vicino l’evolversi del trattamento nella sua interezza, e che sarà il punto di riferimento per dubbi, domande e richieste. Ma cosa aspettarsi quando si è sul punto di intraprendere un percorso di fecondazione assistita?

Al di là delle differenze che contraddistinguono ogni singolo caso, molte fasi di questo “viaggio” si somigliano. Il primo passo è sempre un colloquio preliminare con un medico, utile a stabilire le tappe successive. Poi si prosegue con la stimolazione ovarica, a cui può seguire un prelievo degli ovociti e del liquido seminale. A questo punto, ci si comporterà in modo diverso a seconda del trattamento: nel caso della IUI gli spermatozoi vengono iniettati nella cavità uterina, mentre le tecniche FIVET e ICSI prevedono che la fecondazione avvenga in vitro, e che solo successivamente l’embrione così formato venga trasferito nell’utero.

STAFF


Dott. Andrea Borini - Responsabile Clinico, Responsabile del centro
Dott.ssa Claudia Colombi- Specialista in ginecologia e ostetricia
Dott.ssa Maria Antonietta Bonu - Biologa della riproduzione Responsabile del laboratorio
Dott.ssa Eleonora Sala - Biologa della riproduzione, 

STAFF DI SUPPORTO


UROLOGI ANDROLOGI: Dott. M. Perachino / Dott. N.Ghidini / Dott. G. Galizia / Dott. D. Choussos
ENDOCRINOLOGI: Dott. M. Gargani / Dott.ssa M. Teliti/ Dott.ssa P.Leporati
DIETOLOGI - NUTRIZIONISTI: Dott.ssa Alessandra Mazzoni / Dott. A. Parini / Dott.ssa M. Manca / Dott.ssa E. Manzoni
PSICOLOGI: Dott.ssa L.Nossa /Dott.ssa V. Debandi / Dott.ssa T.Bannone / Dott.ssa M. Mastrapasqua / Dott.ssa A.Garrone
ANESTESISTI: Dott. Franco Terrasi / Dott. Luciano Tavani / Dott.ssa S. Lachi
INFERMIERA: Inf. Barbara Foti / Inf.Chiara Pianta / Inf. Alina Jurca / Inf. Valentina Brunello